CURIOSITA' AMENITA' E OCCHIO CRITICO

CURIOSITA' AMENITA' E OCCHIO CRITICO
IO VEDO, TU OSSERVI, EGLI GUARDA

giovedì 10 novembre 2011

TRIESTE: LAVORI ASSORDANTI IN OSPEDALE MAGGIORE

Alle ore 16.00 del pomeriggio questo è lo scenario che mi si presenta quando mi reco al CUP per ritirare gli esami del sangue. Un'attesa di mezz'ora per otto numeri. Mezz'ora di questo fracasso assordante che il video non rende!!! Nelle meningi. Forte. Paralizzante. Ma come si può lavorare in simili condizioni?
Impiegati, devo riconoscere, proprio eroici perché non si lamentavano. 
Ed essere degenti invece? Soffrire un disagio, una malattia, un ricovero, col trapano al massimo che fa vibrare i letti??? Non poter riposare? Rilassarsi? Patire o guarire in pace?
I medici. Si può sperare che siano gentili, presenti e lucidi con un baccano tale?!?
Unico auspicio: che i lavori restituiscano a questa storica (e comoda perché sita nel centro della città) struttura sanitaria la funzionalità e la maestosità che merita con siffatto sforzo collettivo. Anche di spese.

mercoledì 26 ottobre 2011

GATTILI COME CAMPI DI STERMINIO

Gassata per due volte e poi in cella frigorifera per un'ora sperando che morisse. Questa è l'agghiacciante storia di Andrea (nella foto accanto), la micia sopravvissuta a tre tentativi di eutanasia e alla fine "graziata" come un condannato a morte.
È avvenuto nello stato americano dello Utah, noto per le sue esecuzioni dei detenuti non soltanto con iniezione letale, ma anche mediante fucilazione, come quella di Ronnie Lee Gardner dello scorso anno.
Andrea (qui è possibile vedere il video) è una splendida gatta nera con guantini e ghette bianche, la cui "colpa" era di essere adulta e non venire adottata per questo motivo. Dunque i gattari americani hanno ben pensato di risolvere il problema prima utilizzando la camera a gas (esistono ancora?!), dimostratasi inutile per ben due volte, poi inserendo la micia in un sacchetto per carogne e abbandonandola nella cella frigorifera del gattile, auspicando una morte atroce per asfissia e assideramento. Invece la vita ha trionfato sulla crudeltà gratuita di questo assassino di animali e Andrea è sopravvissuta e sta bene.
Meno male che è stata aperta un'inchiesta su questa storia dalla "democratica" America. Magari noi non sapremo nulla dell'esito e ci sembra difficile che lo stato dello Utah, in cui la pena di morte si sbizzarrisce alla grande contro colpevoli umani con boia che vanno fieri del loro operato, possa mai considerare colpevole di atti di sadismo orribili e plurimo tentato gatticidio uno spregevole volontario del rifugio per animali smarriti o abbandonati statunitensi. Più facile che ci scappi la medaglia, al fedele operatore "altruista", per aver tentato di sottrarre alla vita una gatta sana, piuttosto che provare a pubblicizzare la sua indole indistruttibile e vitale e indirizzarla verso il calore di un vero amante dei mici.
La cosa drammatica di questa storia è che purtroppo la tendenza a far fuori i gatti (e cani) negli asili per animali abbandonati sembra essere un vizio di tutte queste istituzioni, che con facilità tolgono di mezzo gli animali di troppo, malati o sani indistintamente.
Il costo delle cure e del cibo è troppo alto, ma pubblicizzare on line o direttamente nei gattili questi amici dell'uomo, abbattendo odiosi e falsi pregiudizi contro gli animali adulti "non più educabili" non sarebbe più in linea con l' "etica" - ammesso che di etica di possa ancora parlare - di siffatte istituzioni?
Quanti veterinari propongono l'iniezione letale quando ci sarebbero ancora tante strade di cura da poter tentare? Quante gattare fanno sparire gatti di quartiere perché "non li possono veder soffrire" o "non li possono soffrire" per oscuri motivi?
Un racconto agghiante, ma vero, arriva anche dalle nostre zone giuliane. Una coppia parte per un viaggio in Sudamerica e lascia ad una cat-sitter, capace di fare iniziezioni, il gatto con la bronchite che deve finire il ciclo di antibiotici. Alla gattara già non va giù il fatto che la coppia sia partita nonostante il micio avesse bisogno di finire la cura, non tenendo minimamente conto che lei è stata scelta in quanto in grado di  portare avanti la cura al costo di 8 euro al giorno con supplemento per iniezione. Il quarto giorno il micio vomita (forse all'antibiotico si sarebbe dovuto aggiungere anche un antiemetico, ma non sottilizziamo). Consideriamo che i gatti vomitano anche quando cambia tempo perché naturalmente si liberano delle palle di pelo che raccolgono con la loro linguetta ruvida quando si leccano. Ebbene, la cat-sitter si precipita da un veterinario suo "amico", che senza alcun rimorso di coscienza e una visita elimina la bestiola all'istante, assecondando l'"amante dei gatti". La donna avverte la coppia solo quando ritornano dalla vacanza e, con sufficienza e soddisfazione, fa loro anche la ramanzina che il micio soffriva e che non si lasciano i gatti soli ...

MICI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI E FATEGLIELA VEDERE A QUESTI ORRENDI PERSONAGGI, COME HA FATTO ANDREA!!!

















giovedì 18 agosto 2011

DALLA BARBIE ALLA MODA?

Può sembrare un controsenso la fashion doll più famosa del mondo che inflenza la moda. Eppure il make-up estivo lanciato quest'anno da Sephora (un marchio decisamente accessibile) sembra proprio quello delle Barbie anni Sessanta: doppio eye-liner colorato (turchese, blu, verde o marrone) parallelo a quello nero, accostato a labbra rosso arancio, rosa o fucsia.
Certo, si potrebbe obiettare che gli stilisti del trucco si sono ispirati al passato e stop. La cosa strana, però, è che le Barbie da gioco continuano a seguire le indicazioni contemporanee, mentre molti, moltissimi creatori di tendenze hanno meno di 30 anni e sono collezionisti di esemplari vintage. Dunque si tratterebbe di un'ispirazione da colei che seguiva la moda dell'epoca più che dall'archivio storico iconografico.
Provate a fare mente locale: quale icona femminile balza immediatamente agli occhi con il doppio eye-liner turchese/nero, blu/nero o marrone/nero se non Barbie del periodo Vintage?
Sarebbe un percorso analogo a quello accaduto agli allora giovanissimi creatori Disney del Principe d'Egitto  del 1998, che dichiararono di essersi ispirati esclusivamente al film di Cecil B. De Mille I Dieci Comandamenti  del 1956 e di non aver letto mai l'episodio biblico.



venerdì 29 luglio 2011

RETORICA DA STRAPAZZO


Pannella denuncia: la situazione delle carceri... di TMNews

Come non amareggiarsi di quanto le infelici sorti del popolo ebraico possono essere strumentalizzate anche in modo improprio. È chiaro che il termine "Shoah" per definire la precaria situazione delle carceri italiane è stato usato di proposito, meditato a tavolino come trovata retorica d'effetto per enfatizzare un concetto. Il vecchio "volpone", che voleva esagerare, alla fine ha pasticciato, mettendo in evidenza solo la sua scarsa conoscenza del significato ebraico e storico del termine.
Senz'altro è lecito avere lacune nella propria conoscenza delle lingue straniere. Ancora di più della storia, specie se non tocca direttamente. Probabilmente non si riuscirà mai a parlare abbastanza dello sterminio di 6 milioni di ebrei per mano dei nazisti e del dittatore che aveva ordinato l' "eliminazione definitiva" di quel popolo. Sarà per questo doveroso intensificare l'informazione ed educare all'approfondimento anche chi è rimasto indietro. Paragonare i destini delle carceri italiane all'Olocausto è sbagliato sia nella forma  che nella sostanza: una cattiva amministrazione delle prigioni non ha niente a che fare con le persecuzioni subite da migliaia di innocenti in nome della razza ariana.
Può comunque capitare a tutti di fare una brutta figura, seppure per una giusta causa. Ma con tutti i termini che la ricca lingua italiana offre per definire l'operato di una burocrazia, in positivo e in negativo, e così pure l'ebraico, c'era bisogno di tirare in ballo la Shoah, paragonando le sue vittime al disagio di carcerati che, per loro fortuna, non hanno come destino (sistematico) le camere a gas e la morte, bensì la libertà? 
Dum sese inflari, rupit. (Fedro, "La rana e il bove")
 



giovedì 28 luglio 2011

RAZZISMO NORDICO

 Purtroppo non si può sapere se l'autore di siffatto annuncio matrimoniale, pubblicato nel 1976 da un quotidiano nazionale, alla fine ha trovato l'anima gemella. Certo è che aveva le idee molto chiare in merito alla scelta della compagna di vita e che non voleva sprecare soldi.
Non è dato di sapere nemmeno se ha mai viaggiato al nord ... e quand'anche lo avesse fatto, sarebbe certo stato disconosciuto dalla norna selezionata, non per carenza di devozione al mito della razza ariana, ma per provenienza troppo meridionale.
In ogni caso, chiunque sia stato il compilatore dell'annuncio, costui può a tutti gli effetti considerarsi un padre spirituale dell'individuo nella foto accanto. Il mito della razza ariana, "obbligata" a preservare la purezza rispetto a eventuali "tare biologiche", si materializza improvvisamente nel 2011 con un mostro di aspetto raggelante, che dal suo piedistallo premedita un'epurazione di massa e spara rabbiosamente a chi considera inferiore.
Ci auguriamo che questi possa permanere al fresco il più possibile, impossibilitato a mietere ulteriori eredi ideologici, e di non assistere più a manifestazioni di «stile» sciaguratamente inconfondibile.




 

mercoledì 13 luglio 2011

LA PROFFERTA COSMICA

Alla vista di questa foto di Robert Pattison - trovata in rete non schermata dal bollino fucsia - ho ritenuto doveroso soffermarmi a riflettere. Siamo negli anni Dieci del ventunesimo secolo e un sex symbol dei teen-agers di oggi, maschio, eroe della saga di Twilight in cui lo vedremo sposarsi con Bella e fare l'amore con lei, si fa fotografare in codesta posa.
Premetto che ai miei tempi, vent'anni fa, se ci fosse stato in giro un giovane così piacente e consapevole del suo sex-appeal, avrebbe certamente esibito il membro virile a noi ragazzacce dell'epoca, che avremmo fatto finta di indignarci, apprezzando invece molto la provocazione, specie se di pregevole aspetto.
Ma con l'emancipazione sessuale del maschio dell'ultimo ventennio, che ha messo in piazza e tolto ogni alone di mistero alla sua ambiguità, gridando orgoglioso di preferire come compagna un maschio; e la raggiunta parità di trattamento professionale e sociale della donna, indipendente, lavoratrice e libera di fare la escort senza destare alcun disappunto, ci troviamo difronte a uno scenario nuovo e inusuale.
Pattison infatti ci mostra il suo foro anale. Un gesto sexually correct perché non discrimina nessuno. Al contrario, sembra la personificazione del "qui vi voglio". Maschi o femmine, per me non fa differenza, purché tutti anilinctores.
Abbiamo imparato dal giornalista americano Dan Savage che l'uomo, anche quando non è gay, desidera comunque sopra ogni altra cosa essere penetrato, e che l'atto artificiale di inversione assoluta di ruoli maschile e femminile, che vede una donna fallica munita di apposito strumento sodomizzante, si chiama pegging. Tradotto in termini pratici, questo significa che la frase magica che l'uomo pronuncia quando è proiettato al massimo dell'eccitazione non è più un banale "facciamo l'amore", anzi, chiedo scusa, "facciamo sesso", bensì: "Ho una gran voglia di prenderlo nel deretano: pensaci tu per favore perché al momento non ho maschi in giro".
E' scritto graficamente persino nei suoi cromosomi xy (per la donna xx), che solo il maschio può avere rapporti completi con entrambi i sessi.  Quindi la donna è necessaria (per la procreazione), ma non indispensabile per le relazioni.
La "nuova era" inaugurata da Pattison in questa foto "sarà - come recita il trailer del suo ultimo film - l'evento che cambierà ogni cosa". La donna deve prendere atto - ma le giovani lo sanno già, non conoscendo lo stato di ieri - che i rivali sono tanti, troppi, e che quelli maschi godono sempre di maggior stima e sono i preferiti. Come potrebbe un uomo indignarsi con un compagno che ha gli stessi comportamenti? Dunque per conquistare un maschio, la donna deve assumere atteggiamenti dominanti anche sessualmente. Questo il segreto di Pulcinella della virilità, che non esclude nessun maschio, nemmeno l'anziano, che per creare invidia fra i suoi amici/nemici, paga una centuria di escort, sì giovani e belle, ma per eccitarsi ha bisogno di farle vestire da giocatori di squadre di calcio, condividendo i suoi appetiti (solo apparentemente rivolti alle femmine), con maschi coetanei.
La posa di Pattison non si può considerare né infantile, né innocente come le mossette dei bimbi sporcaccioni. Al contrario, è una profferta adulta estremamente consapevole, non seduttiva, ma autorevole, rivolta al cosmo intero. E' il nuovo archetipo sessuale che NON FA DISTINZIONI e prende tutto ciò che gli pare. La parte anatomica che è programmata per espellere materiale di scarto diventa simbolo di ricchezza e abbondanza ("ha il cxxx pieno" indica per l'appunto questo). Il maschio ha conquistato il potere anche col suo orifizio. Il quadro di Gustave Courbet "L'origine del mondo" cede la corona a "La fine del vecchio mondo", titolo che potrebbe avere questa fotografia col principe-del-foro-Pattison, indirizzata a tutti coloro che idealmente sono invitati a riverirlo (oralmente e non) e a essere paghi di averlo fatto.
Allegoria spietata dei nostri giorni.

lunedì 11 luglio 2011

SFRUTTAMENTO DI UN ANIMALE TENUTO PRIGIONIERO IN GABBIA

Questo delizioso cagnetto da tartufo vive in a Montona (Croazia), nella gabbia che vedete, e viene liberato solo quando i padroni lo "utilizzano" per la ricerca dei tartufi, cioè in autunno. Lui trascorre tutta la giornata lontano dagli esseri umani che - anima pura! - adora e con i quali sarebbe felicissimo di condividere la giornata. A giudicare dai salti di gioia di quando mi sono avvicinata e dalle feste, ho la netta sensazione che si è reso conto che lì qualcosa non funziona nel verso giusto e che cambierebbe volentieri padrone.
Un cane fa parte della famiglia. Non va tenuto in gabbia prigioniero. Che vita è mai questa???
Non prendete cani se la vita che volete offrirgli è questa.
Sì, cibo cotto dal sole e acqua stagnante da bere c'erano, ma si riduce a un tubo in cui entra ed esce cibo la vita di una creatura affettuosa come questa??? L'uomo trova sempre il modo di svalutare un vero Amico per usarlo solo quando gli serve, senza tener conto dei sentimenti e della dolcezza di chi, cane, gli vuol bene in cambio di niente (alla faccia di quei gretti e prosaici individui che sostengono che "niente è gratis nella vita"!). Quello che si vede in video si chiama "fruttamento di animale tenuto prigioniero in una gabbia".

domenica 26 giugno 2011

TIGRO, DOVE SEi???

Tigro, chi ti ha rapito? Torna in via Cavana. Mi manchi da morire.
Queste sono le ultime due foto che ti ho fatto, proprio prima che tu scomparissi.
Ti ricordi che ti ho dato un bacino e tu hai fatto: Miao?
Non puoi sparire così. Liberati e torna da tutti noi.

martedì 21 giugno 2011

CERCASI TIGRO DISPERATAMENTE!!!

Tigro, il Re di Cavana, gatto residente in via Cavana presso il negozio di verdura di Nino, suo tutore, non si trova più. Sono più di sei giorni che non rientra e non lo si vede in giro. A Trieste è molto conosciuto ed è un micio affettuosissimo. E' sano. Non attraversa mai la strada sbadatamente.
Tutto il rione sospetta che qualcuno se lo sia preso e portato a casa. Se così fosse, bisogna sapere che Tigro ha già il suo tutore e una famiglia enorme composta da tutto il Borgo Giuseppino che gli vuole bene. In casa soffrirebbe. E comunque Tigro ritornerà da noi, perché non ama essere contraddetto.
Se qualcuno gli avesse fatto del male, sappia che Tigro gli porterebbe una jella orribile per il resto della vita. Questo è una certezza!!!
Se invece qualche persona lo vuole a tutti i costi vicino, almeno ci faccia sapere che sta bene.
Perciò a chiunque lo riconoscesse (basta chiamarlo per nome, Tigro, e lui risponde e si avvicina) o lo ritrovasse, si prega di riportarlo nel suo regno di Via Cavana da Nino, suo "papà".

venerdì 22 aprile 2011

LA FOTOGRAFA MARISA ULCIGRAI NON HA NIENTE A CHE FARE CON BARBIE!

"Qualche giorno fa mi ha telefonato un amico che mi ha comunicato che appaio in un sito di Barbie!" Esclama concitata la fotografa triestina di origine istriana Marisa Ulcigrai, inorridita e sconcertata dalla notizia. "Come può essere accaduto???"
Il "fattaccio" si riferisce al Contest Dcci (Doll Collector Club Italia) 2010 svoltosi a Calenzano (Firenze), al quale ha partecipato un omonima della fotografa, di professione medico dietologo in pensione, che compare nella lista dei partecipanti di un simpatico blog scritto in italiano con i caratteri dell'alfabeto greco.
"Sì, ma io non ci sto!" prosegue la fotografa molto arrabbiata. "Sono l'unica Marisa Ulcigrai d'Italia e non voglio che nessuno si serva del mio nome e cognome, per giunta a fianco di quello di Barbie, che è proprio il modello di donna che io da sempre combatto." La fotografa è laureata in filosofia e tiene corsi professionali di fotografia anche presso la Casa della Donna. C'è da chiedersi cosa farebbe se si chiamasse Bianca Rossi ... "E non c'entro nulla nemmeno con gli altri Ulcigrai di Trieste!" (che sono parecchi).
In effetti la dottoressa dietologa che ha partecipato al Contest 2010 di Calenzano all'anagrafe figura come Maria Elisabetta Ulcigrai, ma tutti la conoscono soltanto come Marisa - nome che avrebbe voluto darle la mamma al posto di quello imposto dalla famiglia del marito - e nessuno l'ha mai chiamata in altro modo, fin da piccola. Un po' come le Etta, i Nino, i Cicchi, i Pupi, soprannomi infantili che si trasformano in nomi veri. Per combinazione, il nome stampato sull'attestato di partecipazione  è  Marisa Ucigrai.
L'organizzazione dei Contest Dcci è sempre impeccabile ed esempio di serietà e altruismo. Raccoglie ogni volta fondi a fini benefici (Telefono Azzurro, Bambini malati di malattie incurabili e via dicendo).
Questo post è scritto per scemare ogni dubbio agli amici, conoscenti e collaboratori della fotografa triestina di origine istriana MARISA ULCIGRAI che in alcun modo ella a che fare col mondo Barbie, sentito addirittura come "vergognoso".



Foto dell'articolo comparso oggi sul Corriere Fiorentino

Barbie cinquantenne

Barbie internazionale

Barbie incinta


sabato 16 aprile 2011

ODIO CONTRO ISRAELE IN MEMORIA DI ARRIGONI

NOTIZIA DEL 16 APRILE 2011:

Catturati gli assassini di Arrigoni: salafiti ma ancora nei ranghi di Hamas.

PENA PER GLI ASSASSINI DI VITTORIO ARRIGONI
(volontario attivista della causa palestinese):
"Un comitato di teologi islamici ha emesso oggi a Gaza una fatwa (decreto religioso islamico) in cui afferma che l’assassinio dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni è «un crimine contro l’ Islam» e per di più «fa il gioco del nemico sionista (Israele)». Il decreto, il cui contenuto è stato trasmesso alla stampa, è stato firmato dal Comitato dei teologi islamici, organo che, secondo fonti informate a Gaza, non è formalmente legato al governo di fatto di Hamas a Gaza ma i cui membri, al fianco di altri considerati indipendenti, sono in maggioranza legati a questo movimento islamico". (IL MESSAGGERO)

Oggi per ricordare la scomparsa dell'attivista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso da due estremisti palestinesi, un comitato di persone ha distribruito i seguenti volantini a Trieste in via Cavana:



Cosa c'entra Israele con i due salafiti assassini?


Qui potete ascoltare parte del discorso di uno dei manifestanti intriso d'odio anti-israeliano.



Spesso l'aggettivo "israeliano" viene confuso con  "israelita" o "ebreo" e l'equazione potrerebbe sembrare questa: "intriso d'odio antisemita". Ma anche il popolo palestinese discende dal patriarca Abramo, il quale concepì un figlio - Ismaele - con la giovane Agar ancella di Sarah, moglie del patriarca, la quale sembrava non riuscire ad avere figli data l'età avanzata. Mentre alla fine ella diede alla luce Isacco, la cui radice del nome significa proprio "ridere" in quanto Abramo rise di gioia quando apprese la notizia che il Signore aveva esaudito le sue preghiere per un figlio legittimo.
Il termine antisemita contempla dunque anche i palestinesi, nonostante siano in molti ad ignorarlo.

PRECISAZIONE STORICA:


Il 12 settembre 2005 il territorio della Striscia di Gaza è passato in mano palestinese, e gli abitanti hanno avuto di nuovo accesso alle aree che erano state loro precedentemente vietate. Alcuni palestinesi ne hanno approfittato per vendicarsi dell'occupazione dando fuoco alle sinagoghe abbandonate e a circa 10 milioni di dollari di infrastrutture fra cui serre per coltivazioni. Il partito di al-Fatah governa in questo modo ufficialmente sulla striscia di Gaza, primo pezzo dello stato di Palestina.


Le vetrine di un antiquario poco distante esibivano oggetti militari con la svastica. Forse che la zona del raduno in memoria di Arrigoni CONTRO ISRAELE è stata scelta con un criterio specifico???







 
 
Strumentalizzare la morte di chiunque per attizzare odio è una cosa deprecabile.

venerdì 18 marzo 2011

MY MUSE - LA RIVISTA PER CHI AMA DOLLS E GLAMOUR

Esce in questi giorni MY MUSE, una rivista in inglese, ma tutta made in Italy, dedicata alla fashion doll art e a tutto ciò che riguarda il mondo cult delle bambole. Sarà in vendita on line sia in versione cartacea (40 pagine in formato 8.25 x10.75), che digitale e mobile. Un progetto a 360° gradi per arrivare dappertutto.

Le ideatrici di questo ambizioso progetto, destinato a sicuro successo, sono Pamela De Lorenzi e Clara Fornari, giovani e talentuose editrici responsabili della rivista, supportate da un eccellente team di collaboratori fashion artist. In questo numero troverete in primo piano le interviste a Julian Martinez, Paulette Goodreau con le sue doll, ed Angie Scorr con le sue miniature culinarie.
La rivista offrirà anche interessanti (e utili a tutti) tutorials e il primo sarò quallo di Angela Reitano che realizzerà la sua Alice. Segnalo inoltre all'interno un photo album, che per bellezza e perfezione tecnica è tutto da ammirare.

mercoledì 16 marzo 2011

MOLTO PIU' ANTICAMENTE DEI 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA






Va, pensiero, sull'ali dorate;

Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano libere e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima[3] ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!



Va' pensiero  è uno dei cori più noti della storia dell'opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia.

Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al Salmo 137 Super flumina Babylonis.

BARBIE CREA TENDENZA IN VETRINA

A Trieste Barbie e Ken non hanno fatto neanche in tempo ad entrare in una galleria d'arte, che pochi giorni dopo l'inaugurazione della mostra Cinquant'anni nell'ombra di Barbie, la fashion doll compare in versione sexy nelle vetrine della boutique erotica "Follie Pigalle" di via Felice Venezian 16 (poco distante da Linea d'Arte).


"Ho scelto Barbie per trasmettere l'atmosfera giocosa del mio negozio tutto al femminile", spiega Lara, la titolare di "Follie Pigalle". "Quando una donna entra da noi, vogliamo che si senta coccolata e non obbligata a comperare, ma che riacquisti un po' di buonumore e, perché no, anche maggiore fiducia in se stessa. Le nostre clienti hanno un'età che va dai 18 ai 70 senza distinzione. Alcune entrano da sole, altre sono timide, certe si tirano dietro mariti/compagni, ma tutte hanno una gran vitalità. Barbie mi sembrava il soggetto più adatto a rappresentarci nelle vetrine del negozio".



Lingerie, corsetteria sartoriale, luxury toys griffatissimi con swarovski e piume di cigno, condomerie di tutti i gusti..., manette discrete utilizzabili come braccialetti, maschere veneziane, dadi per giochi divertenti e scarpe di raso rosso degne delle Basics.


 Barbie nuovamente testimonial di seduzione femminile e potrebbe sorprenderci con un paio di pastiese e manettine eleganti di strass sotto il kimono vintage #821 nella prossima apparizione pubblica.

martedì 15 marzo 2011

PRIMA INTERVISTA A CANE VID (very important dog) DIVERSAMENTE ABILE

In occasione del prossimo 19 marzo, giorno della festa del papà, il mio amico S. R., ha deciso di dedicare un'intervista speciale al suo delizioso Jack Russell, Victor du Pont Neuf, cagnolino dotato di talenti sorprendenti nonostante sia diversamente abile (i suoi occhi non vedono dalla nascita). 
Ve la propongo qui di seguito. Vale la pena di leggerla. Victor è un cane molto, molto particolare.


Victor mi riceve nel suo lussuoso appartamento nel centro di una cittadina del Nord Italia (ci ha chiesto di non rivelarne il nome).
L’appartamento è pieno di oggetti d’arte e di tappeti antichi.
Lui è su un comodo divano in pelle nera. Io mi accomodo su una sedia.

Intervistore - Buon giorno e grazie per avermi ricevuto.
Victor du Pont Neuf - Prego, si accomodi. Una crocchetta?
I. - Crocchetta?
V. P. N. - Volevo sapere se gradisce una crocchetta.
I. - No, grazie.
V. P. N. - Sicuro? Queste sono al salmone.
I. - In realtà sono ansioso di entrare nel vivo dell’intervista. Mi piacerebbe che mi parlasse degli inizi della sua carriera.
V. P. N. - Beh, Parigi non offriva molto per un attore dal carattere esuberante come il mio. Sa, quei filmini tetri... Così sono partito per Hollywood. Come tutti ho cominciato con piccoli ruoli, qualche spot. Poi ho recitato in The Mask, con quel giovane esordiente, Jim Carrey.
I. - Esordiente?
V. P. N. - Dovevano trovare un attore brillante e passabilmente bravo ma che non mi offuscasse. Sicuramente lavorare al mio fianco è stata per lui una grande opportunità.
I. Mi sembra un po’ immodesto da parte sua...
V. P. N. - Perché immodesto? Quando sono per strada tutti dicono immediatamente: “E’ quello di The Mask!”. Non credo dicano la stessa cosa di Jim.
I. - Mmm... non se la prenda... cambiando argomento...
V. P. N. - Comunque, per me è stato un piacere lavorare con un attore così promettente. Poi è molto carino.
I. - Scusi, ma come fa a dire che è carino? Lei non è cieco dalla nascita?
V. P. N. - Si dice non vedente.
I. - Scusi, non vedente.
V. P. N. - Noi non abbiamo bisogno degli occhi come voi che dovete supplire alle carenze del vostro olfatto limitato. Jim aveva un buon odore, e poi era abbastanza intelligente, per essere un uomo. Un istrione tremendo, ma nel privato era anche affettuoso, quasi coccolone. Bisogna che lo chiami uno di questi giorni..
I. - Coccolone? Questo si che è uno scoop! Comunque non si direbbe che lei sia cieco, scusi, non vedente. Ha dei bellissimi occhi...
V. P. N. - Si, lo so.
I. - ... ha incontrato difficoltà nel suo lavoro?
V. P. N. - Per via della vista? No, naturalmente. Per alcune riprese hanno usato degli stun...dogs, ma alcune...
I. - Stuntdogs?
V. P. N. - Stuntdogs, certo. Sa, quelli che si sostituiscono agli attori nelle scene pericolose.
I. - Ah, capisco. Stuntdogs ...
V. P. N. - ... dicevo che alcune scene pericolose ho voluto girarle io stesso.
I. - Davvero? E’ stato molto coraggioso.
V. P. N. - Si, lo so.
I. - Comunque The Mask le ha dato una fama internazionale.
V. P. N. - Si, lo so. Un’ascesa inarrestabile. Poi ho recitato in Allarme Rosso ed altri films.
I. - Come la commedia brillante Lui, Lei e Babydog...
V. P. N. - Sta scherzando? Quell’impostore!
I. - Impostore?!
V. P. N. - Si, un volgare sangue misto! Non è del casato dei Jack Russell.
I. - Però, scusi... ma quando è stato girato The Mask, lei non era ancora nato!
V. P. N. - E allora? Ma lei dove vive? Non lo sa che noi abbiamo una coscienza collettiva?
I. - Coscenza collettiva... Non mi dica che crede a quelle sciocchezze New Age!
V. P. N. - Macché New Age! Ma si informi un po’! Persino alcuni di voi ne parlano. Ne parlava Jung, le filosofie orientali, Ervin Laszlo, l’esperimento di Princetown... Davvero, non so cosa fareste senza di noi. Comunque ne avete una anche voi, di coscienza collettiva, se solo vi degnaste di accorgervene.

Dopo un po’ si calma.


V. P. N. - La mia pallina.
I. - Pallina?
V. P. N. - Ha visto la mia pallina? Me la può tirare? E’ un ottimo inibitore dell’ansia.
I. - Ah, eccola... mmm... cambiando argomento ... mi piacerebbe parlare un po’ della sua vita, se non le dispiace ... 
V. P. N. - Mi sono quasi ritirato a vita privata col mio uomo, un maschio.
I. - Il suo uomo, un maschio?
V. P. N. - Perché ripete sempre quello che dico?
I. - Scusi, è che non capisco il senso...
V. P. N. - (paziente) Sa, alcuni di noi hanno un uomo. Maschi... femmine... ha presente? Le femmine si riconoscono per via delle mammelle, sono un po’ più piccole e parlano di più. Sono loro che procacciano il cibo.
I. - Capisco, e lei come ha incontrato il suo?
V. P. N. - L’ho trovato quando stavo ancora a Parigi. All’inizio erano due, due maschi. Vagavano sperduti perché il loro cane precedente li aveva abbandonati. Alcuni di noi sono davvero senza cuore ... abbandonarli così ... in aperta campagna ... Insomma, mi si stringeva il cuore al solo guardarli, così li ho adottati. Poi uno è mancato e ... l'altro è rimasto solo. Sto cercandogli qualcuno per un po' di compagnia. Soffre di malinconia sennò.
I. - Immagino.
V. P. N. - Comunque, adesso che sono più libero ho più tempo per occuparmi di lui. Lo porto a spasso, a farsi tosare ... Questo genere di cose. E’ uno dei vantaggi dell’essere di più a casa. E’ molto affettuoso (mica agitato come Jim, che salta in continuazione e fa un sacco di smorfie e di versi). Mi metto con lui nella sua cuccia...
I. - Cuccia?
V. P. N. - Si, una cuccia! Sa, quella cosa quadrata, con quattro gambe, un materasso, la coperta. Lei dorme forse sul pavimento? (Fra sé) Santo cielo. Non potevano mandare qualcun altro?
I. - Uh... Progetti per il futuro?
V. P. N. - Sto esaminando alcuni copioni, ma al momento nulla di veramente alla mia altezza.
I. - E la vita sentimentale?
V. P. N. - Beh... ho molte spasimanti. Quando esco ne incontro molte: mi piace annusarle. A lei non piace?
I. - Se mi piace cosa? Annusarle? Beh, sì... ma mica per strada!

sabato 12 marzo 2011

CINQUANT'ANNI NELL'OMBRA DI BARBIE - Buon compleanno Ken!




















































Presentazione e recensione della mostra 50 anni nell'ombra di Barbie del critico d'arte Franco Rosso.

"La Doll Art è protagonista dell’ultima rassegna ospitata nello Spazio espositivo dell’Associazione Culturale Linea d’Arte (Via Lazzaretto Vecchio 19 – Trieste).

Shakespeare l’aveva sempre detto: compito dell’artista è offrire uno specchio alla società.
Noemi Israel non viene meno a questo imperativo e come Doll Art Artist propone una selezione di 50 pezzi delle oltre 600 collezionate e dedicate a Barbie e Ken, che l’11 marzo 2011 festeggia i primi 50 anni.

L’artista triestina, laureata in Lettere moderne e diplomata in pianoforte al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, è giornalista pubblicista dal 1991 ed ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti come scrittrice di racconti umoristici e di testi destinati al Teatro.

In questa rassegna supera il concetto di OOAK (One of a kind – la costumizzazione di pezzi unici) ricreando i suoi personaggi in una ideale continuità con la tradizione antica delle marionette. Non semplici bambole, ma personaggi simbolici che trasmettono un valore che va al di là del semplice feticcio per immedesimarsi in una contestualizzazione teatrale. Personaggi ridisegnati, rivestiti, definiti con grande glamour dall’artista, che propongono infiniti ribaltamenti e ipotesi di sdoppiamento, decostruzioni e ricontestualizzazioni che replicano e si fanno portavoce di riflessioni sui costumi, i consumi e i retaggi del nostro tempo, sulle mutazioni dell’essere e del sociale. Una sintesi di visioni della realtà e dell’arte, dell’umano e del post-umano, di passioni creative per la letteratura e il teatro.

Una rassegna che crea interazione con il pubblico, trasformando le opere in una riflessione sulla nostra società".

La Rassegna è visitabile dall’11 al 23 marzo 2011 nella galleria Linea d'Arte di Trieste (via Lazzaretto Vecchio 19 angolo salita al Promontorio), da lunedì a venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30 e il sabato dalle 10.00 alle 13.00.

giovedì 17 febbraio 2011

17 FEBBRAIO - GIORNATA DEL GATTO


La parola a Coco, la mia ragdoll, che vi propone un simpatico gioco.
Miao!

martedì 8 febbraio 2011

BEETHOVEN COME REFRAIN

Cosa si può aggiungere a questa canzone dal titolo "This Night" di Billy Joel? La voce è perfetta, il refrain è tratto dal secondo tempo della "Patetica" di Beethoven, il testo magnifico. Insomma  passato classico colto e ottima musica pop si sposano alla grande.
Stasera Billy canta per me perché è il mio compleanno.